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lume, e lei lo tiene acceso fino a mezzanotte, fino alle due del mattino.... Studia.... studia.... Ed io mi domando se la malattia, per caso, non gli abbia dato al cervello.... Come! — dico, — sa in quale stato ci siamo ridotte.... il padre morto, la rovina.... la miseria.... e lei può attendere così alla lettura.... appartata, tranquilla, come se nulla fosse?
Anna Veronica ascoltava, addolorata: neppur lei arrivava a comprendere quel modo d’agire di Marta, tanta noncuranza, anzi peggio, insensibilità: non egoismo veramente, giacchè anche lei era coinvolta nella rovina.
— Permesso? — venne a ripetere, poco dopo, anche su quella soglia l’usciere, seguito dai testimonii.
E anche da quella stanza le tre donne uscirono; e così, di stanza in stanza, furono quasi respinte da quella casa, che di lì a tre giorni abbandonarono per sempre.
Nella nuova, dopo il malinconico sgombero e il riassetto, Anna Veronica portò la tela odorosa, il bisso molle e delicato, e le trine e i nastri e merletti della baronessina Troisi.
La signora Agata, guardando Maria intenta al lavoro, tratteneva a stento le lagrime: ah, ella non avrebbe mai atteso a cucire il suo corredo da sposa: sarebbe rimasta così, povera figliuola, orfana e sola, sempre....