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ne sono tolto il carico io. Così lavoreremo tutti, e Dio ci ajuterà. A casa nuova!

— Permesso? — fece a questo punto Ziro, l’usciere, su la soglia, inchinandosi goffamente, con la penna d’oca su l’orecchio, il calamajo e la carta in una mano, la tuba nell’altra.

I due giovanotti lo seguivano. Sopravvenne Marta.

— Avanti, entrate pure. Mamma, tu va’ di là. Oh, sei qui, Anna? Conduci, ti prego, Maria e la mamma di là.

— Hai visto? — disse la madre all’amica, alludendo a Marta. — Come s’è potuta ridurre così?

— Come, Agata? — osservò Anna Veronica, — Perchè vuoi credere che non soffra nulla? Non vorrà darlo a vedere, in questo momento, per farvi animo....

— Sarà, — sospirò la madre. — Ma tu lo sai; sei stata qua con noi: mentre l’inferno si scatenava, come si scatena tuttora su la mia povera casa, che ha fatto lei? Se n’è stata chiusa di là, come se non avesse voluto accorgersi di nulla. Mi par miracolo che oggi si veda per casa, che s’interessi un tantino di noi.... Che scrive? che legge? Mi vergogno, Anna mia, ridotta come sono a badare a certe cose. Io e Maria andiamo presto a letto per risparmiare il