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XI.


Marta, Maria e la madre s’erano da poco levate di letto, quando udirono il campanello de la porta tintinnir discretamente. Maria si recò ad aprire e, guardando prima dalla spia, vide un vecchietto poveramente vestito, insieme con due giovinotti, in attesa dietro la porta.

— Che volete? — domandò, incerta, dalla spia.

— Ziro, l’usciere, don Protogene, — rispose il vecchietto stirandosi i peli bianchi ricciuti della barba a collana. — Favorisca d’aprire.

— L’usciere? Ma chi cercate?

— Non è questa la casa di don Francesco Ajala? — domandò l’usciere Ziro ai due giovinotti che l’accompagnavano.

Maria aprì timidamente la porta.

— Perdoni, signorina, — disse uno dei giovinotti. — (Don Protogene, datele la carta). Ecco, signorina, faccia vedere codesta carta alla mamma. Noi aspetteremo qui.

La signora Agata si faceva in quel momento anche lei alla porta.

— Mamma, — chiamò Maria, — vieni a vedere.... io non so....