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troppo dipinto; mentre, quando parlava.... Oh, a Roma, lei, se non l’avessero così incatenata!... A Roma, moglie di Gregorio Alvignani, in altro ambiente, largo, pieno di luce intellettuale.... lontano, lontano da tutto quel fango....

Chinava il capo su i libri, animata improvvisamente dall’antico fervore, quasi per un bisogno irresistibile di rinutrire comunque un’aspirazione che pur non resisteva al minimo urto della realtà: al cigolar dell’uscio, quand’ella doveva recarsi nelle altre stanze, ove erano la madre e la sorella vestite di nero.

Di ciò che avvenisse in famiglia, non sapeva nulla. Aveva notato soltanto che la madre e Maria la guardavano, come se volessero nasconderle qualcosa: un’impressione, un sentimento. Non erano forse contente ch’ella se ne stesse quasi tutto il giorno appartata? La scusavano? la compativano? La madre aveva spesso gli occhi rossi di pianto; Maria s’assottigliava sempre più, spighiva, aveva preso un’aria sbalordita, una gramezza che affliggeva. Per farle piacere, le domandava:

— Andiamo in chiesa, Maria?

Questa domanda per la sorella significava:

— Andiamo a pregare per il babbo? - E rispondeva di sì, e andavano.

Un pomeriggio, uscendo dalla chiesa, furono