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poter sentire più nulla: non cordoglio per la morte del padre, non pietà per la madre e per la sorella, nè amicizia per Anna Veronica: nulla, nulla!

Tornare in chiesa? E perchè? Pregava, e la preghiera era solamente un vano agitarsi delle labbra, il senso delle parole le sfuggiva. Spesso, durante la messa, si sorprendeva intenta a guardare i piedi del sacerdote su la predella dell’altare, le brusche d’oro della pianeta, i merletti del messale; poi, all’elevazione, destata dal rumorìo delle seggiole smosse, dallo scampanellio argentino, si alzava anche lei e s’inginocchiava, guardando stupita certe vicine che si davano pugni rintronanti sul petto, piangendo lacrime vere. Perchè?

Per sottrarsi al vaneggiamento in cui ogni suo pensiero, ogni sentimento naufragava, provò se le riusciva di rimettersi allo studio, o almeno a leggere. Riaprì i vecchi libri abbandonati, e n’ebbe un’indicibile tenerezza. Le memorie più dolci rivissero e quasi le palpitarono sotto gli occhi: rivide la scuola, le varie classi, le panche, la cattedra: ecco, ad uno ad uno, tutti i professori che si susseguivano nel giro delle lezioni, e poi il giardino della ricreazione, il chiasso, le risa, le passeggiate a braccetto pei vialetti tra le compagne più care: poi il suono della campana, e la classe di nuovo; il direttore, la diret-