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mia strana storia, ajutato da lui. Di quanto è scritto qui egli serberà il segreto, come se l’avesse saputo sotto il sigillo della confessione.
Abbiamo discusso a lungo insieme su i casi miei, e spesso io gli ho dichiarato di non saper vedere che frutto se ne possa cavare.
— Intanto, questo, — egli mi dice: — che fuori della legge e fuori di quelle particolarità, liete o tristi che sieno, per cui noi siamo noi, caro signor Pascal, non è possibile vivere.
Ma io gli faccio osservare che non sono affatto rientrato nè nella legge, nè nelle mie particolarità. Mia moglie è moglie di Pomino, e io non saprei proprio dire ch’io mi sia.
Nel cimitero di Miragno, su la fossa di quel povero ignoto che s’uccise alla Stia, c’è ancora la lapide dettata da Lodoletta:
colpito da avversi fati
MATTIA PASCAL
bibliotecario
cvor generoso anima aperta
qvi volontario
riposa
—
la pietà dei concittadini
qvesta lapide poseIo vi ho portato la corona di fiori promessa e ogni tanto mi reco a vedermi morto e sepolto là. Qualche curioso mi segue da lontano; poi, al ritorno, s’accompagna con me, sorride,