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— Come!

— Ritrovato?

— Possibile?

Restarono trasecolati tutti e tre; ma Adriana e il padre, col volto in fiamme; Papiano, all’incontro, terreo, scontraffatto.

Lo fissai per un istante. Dovevo essere più pallido di lui, e vibravo tutto. Egli abbassò gli occhi, come atterrito, e si lasciò cader dalle mani la giacca del fratello. Gli andai innanzi, quasi a petto, e gli tesi la mano.

— Mi scusi tanto; lei, e tutti.... mi scusino, — dissi.

— No! — gridò Adriana, indignata; ma subito si premè il fazzoletto su la bocca.

Papiano la guardò, e non ardì di porgermi la mano. Allora io ripetei:

— Mi scusi.... — e protesi ancor più la mano, per sentire la sua, come tremava. Pareva la mano d’un morto, e anche gli occhi, torbidi e quasi spenti, parevano d’un morto.

— Sono proprio dolente, — soggiunsi, — dello scompiglio, del grave dispiacere che, senza volerlo, ho cagionato....

— Ma no.... cioè, sì.... veramente, — balbettò il Paleari, — ecco, era una cosa che.... sì, non poteva essere, perbacco! Felicissimo, signor Meis, sono proprio felicissimo che lei abbia ritrovato codesto denaro, perchè....

Papiano sbuffò, si passò ambo le mani su la fronte sudata e sul capo e, voltandoci le spalle, si pose a guardare verso il terrazzino.

— Ho fatto come quel tale.... — ripresi, forzandomi a sorridere. — Cercavo l’asino e c’ero sopra. Avevo le dodici mila lire qua, nel portafogli, con me.