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balzarono in tumulto alla mente; e, con un brivido, pensai a quello sconosciuto che s’era annegato nella gora del molino alla Stia, a cui io avevo tolto il compianto de’ suoi e degli estranei.
— Se fosse lui! — dissi tra me. — Se fosse venuto a trovarmi, qua, per vendicarsi, svelando ogni cosa...
Il Paleari intanto, che — solo — non aveva provato nè meraviglia nè sgomento, non riusciva ancora a capacitarsi come un fenomeno così semplice e comune, quale la levitazione del tavolino, ci avesse tanto impressionato, dopo quel po’ po’ di meraviglie a cui avevamo precedentemente assistito. Per lui contava ben poco che il fenomeno si fosse manifestato alla luce. Piuttosto non sapeva spiegarsi come mai Scipione si trovasse là, in camera mia, mentr’egli lo credeva a letto.
— Mi fa specie, — diceva — perchè di solito questo poveretto non si cura di nulla. Ma si vede che queste nostre sedute misteriose gli han destato una certa curiosità: sarà venuto a spiare, sarà entrato furtivamente, e allora... pàffete, acchiappato! Perchè è innegabile, sa, signor Meis, che i fenomeni straordinarii della medianità traggono in gran parte origine dalla nevrosi epilettica, catalettica e isterica. Max prende da tutti, sottrae anche a noi buona parte d’energia nervosa, e se ne vale per la produzione dei fenomeni. È accertato! Non si sente anche lei, difatti, come se le avessero sottratto qualche cosa?
— Ancora no, per dire la verità.
Quasi fino all’alba mi rivoltai sul letto, fantasticando di quell’infelice, sepolto nel cimi-