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E subito il signor Anselmo:
— Dica, dica, signorina! che è stato? che ha sentito?
Anche il Bernaldez la spinse a dire, premurosamente; e allora Pepita:
— Aquì, su un lado, una careccia...
— Con la mano? — domandò il Paleari. — Delicata, è vero? Fredda, furtiva e delicata... Oh, Max, se vuole, sa esser gentile con le donne! Vediamo un po’, Max, potresti rifar la carezza alla signorina?
— Aquì està! aquì está! — si mise a gridare subito Pepita ridendo.
— Che vuol dire? — domando il signor Anselmo.
— Rifà, rifà... m’acareccia!
— E un bacio, Max? — propose allora il Paleari.
— No! — strillò Pepita, di nuovo.
Ma un bel bacione sonoro le fu scoccato su la guancia.
Quasi involontariamente io mi recai allora la mano di Adriana alla bocca; poi, non contento, mi chinai a cercar la bocca di lei, e così il primo bacio, bacio lungo e muto, fu scambiato fra noi.
Che seguì? ci volle un pezzo, prima ch’io, smarrito di confusione e di vergogna, potessi riavermi in quell’improvviso disordine. S’erano accorti di quel nostro bacio? Gridavano. Uno, due fiammiferi, accesi; poi anche la candela, quella stessa che stava entro il lanternino dal vetro rosso. E tutti in piedi! Perchè? Perchè? Un gran colpo, un colpo formidabile, come vibrato da un pugno di gigante invisibile, tonò sul tavolino, così, in piena luce. Allibimmo tutti