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co! Scusi, lo dico anche a lei, Silvia! Lei conosce bene lo spirito che le è familiare, e sa che questa è la prima volta che... Sarebbe un peccato, via! perchè, — spiacevole quanto si voglia quest’incidente — i fenomeni accennavano questa sera a manifestarsi con insolita energia.
— Troppa! — esclamò il Bernaldez, sghignazzando e promovendo il riso degli altri.
— E io, — aggiunsi, — non vorrei buscarmi un pugno su quest’occhio qui...
— Ni tampoco ió! — aggiunse Pepita.
— A sedere! — ordinò allora Papiano, risolutamente. — Seguiamo il consiglio del signor Meis. Proviamoci a domandare una spiegazione. Se i fenomeni si rivelano di nuovo con troppa violenza, smetteremo. A sedere!
E soffiò sul lanternino.
Io cercai al bujo la mano di Adriana, ch’era fredda e tremante. Per rispettare il suo timore, non gliela strinsi in prima; pian piano, gradatamente, gliela premetti, come per infonderle calore, e, col calore, la fiducia che tutto adesso sarebbe proceduto tranquillamente. Non poteva esser dubbio, infatti, che Papiano, forse pentito della violenza a cui s’era lasciato andare, aveva cangiato avviso. A ogni modo avremmo certo avuto un momento di tregua; poi, forse, io e Adriana, nel bujo, saremmo stati il bersaglio di Max. — « Ebbene, — dissi tra me, — se il giuoco diventerà troppo pesante, lo faremo durar poco. Non permetterò che Adriana sia tormentata ».
Intanto il signor Anselmo s’era messo a parlare con Max, proprio come si parla a qualcuno vero e reale, lì presente.