Pagina:Pirandello - Enrico 4., 1922.djvu/31


Enrico IV 23

Giovanni

(gridando loro dietro).

Chiudete costà, e nascondete la chiave! Anche di quest’altra porta! (indica l’altro uscio a destra).

(Landolfo, Arialdo e Ordulfo, via per il secondo uscio a destra).


Giovanni

(ai due valletti).

Via, via anche voialtri! Di là! (indica il primo uscio a destra): Richiudete la porta, e via la chiave!

(I due valletti escono dal primo uscio a destra. Giovanni si reca all’uscio di sinistra per introdurre Donna Matilde Spina, la marchesina Frida, il dottor Dionisio Genoni, il barone Tito Belcredi, e il giovane marchese Carlo di Nolli, che, come padrone di casa, entra per ultimo. Donna Matilde Spina è sui 45 anni; ancora bella e formosa, per quanto con troppa evidenza ripari gl’inevitabili guasti dell’età con una violenta ma sapiente truccatura, che le compone una fiera testa di walkiria. Questa truccatura assume un rilievo che contrasta e conturba profondamente nella bocca, bellissima e dolorosa. Vedova da molti anni, ha per amico il barone Tito Belcredi, che nè lei nè altri han mai preso sul serio, almeno in apparenza. Quel che Tito Belcredi è poi in fondo per lei, lo sa bene lui solo, che perciò può ridere, se la sua amica ha bisogno di fingere di non saperlo; ridere sempre per rispondere alle risa che a suo carico le beffe della marchesa suscitano negli altri. Smilzo, precocemente grigio, un po’ più giovane di lei, ha una curiosa testa d’uccello. Sarebbe vivacissimo, se la sua duttile agilità (che lo fa uno spadaccino temutissimo) non fosse come inguainata in una sonnolenta pigrizia d’arabo, che si rivela nella strana voce