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Enrico IV | 11 |
Arialdo
(trattenendolo insieme con Ordulfo tra le risa).
No, càlmati, càlmati!
Ordulfo.
Non sarai mica il Bertoldo della favola!
Landolfo.
E ti puoi confortare, che non lo sappiamo neanche noi, del resto, chi siamo. Lui, Arialdo; lui, Ordulfo; io, Landolfo.... Ci chiama così. Ci siamo ormai abituati. Ma chi siamo? — Nomi del tempo! — Un nome del tempo sarà anche il tuo: «Bertoldo». — Uno solo tra noi, il povero Tito, aveva una bella parte assegnata, come si legge nella storia: quella del vescovo di Brema. Pareva un vescovo davvero, oh! Magnifico, povero Tito!
Arialdo.
Sfido, se l’era potuta studiar bene sui libri lui!
Landolfo.
E comandava anche a Sua Maestà: s’opponeva, lo guidava, da quasi tutore e consigliere. Siamo «consiglieri segreti» anche noi, per questo, ma.... così, di numero; perchè nella storia è scritto che Enrico IV era odiato dall’alta aristocrazia per essersi circondato a Corte da giovani della bassa.
Ordulfo.
Che saremmo noi.