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Enrico IV | 137 |
vostro sacrificio, parata così per consiglio del dottore? Oh, fatto benissimo, ve l’ho detto, dottore: — «Quelli che eravamo allora, eh? e come siamo adesso?» — Ma io non sono un pazzo a modo vostro, dottore! Io so bene che quello (indica il Di Nolli) non può esser me, perchè Enrico IV sono io: io, qua, da venti anni, capite? Fisso in questa eternità di maschera! Li ha vissuti lei (indica la Marchesa), se li è goduti lei, questi venti anni, per diventare — eccola là — come io non posso riconoscerla più: perchè io la conosco così (indica Frida e le si accosta) — per me, è questa sempre.... Mi sembrate tanti bambini, che io possa spaventare. (A Frida) E ti sei spaventata davvero tu, bambina, dello scherzo che ti avevano persuaso a fare, senza intendere che per me non poteva essere lo scherzo che loro credevano; ma questo terribile prodigio: il sogno che si fa vivo in te, più che mai! Eri lì un’immagine; ti hanno fatto persona viva — sei mia! sei mia! mia! di diritto mia!
(La cinge con le braccia, ridendo come un pazzo, mentre tutti gridano atterriti; ma come accorrono per strappargli Frida dalle braccia, si fa terribile, e grida ai suoi quattro giovani):
Tratteneteli! Tratteneteli! Vi ordino di trattenerli!
(I quattro giovani, nello stordimento, quasi affascinati, si provano a trattenere automaticamente il Di Nolli, il Dottore, il Belcredi).