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Enrico IV 133

splendori di quel lontano giorno di carnevale, quando voi (guarda Donna Matilde e le indica Frida) eccovi là, Marchesa, trionfaste! — e obbligar tutti quelli che si presentavano a me, a seguitarla, perdio, per il mio passo, ora, quell’antica famosa mascherata che era stata — per voi e non per me — la burla di un giorno! Fare che diventasse per sempre — non più una burla, no; ma una realtà, la realtà di una vera pazzia: qua, tutti mascherati, e la sala del trono, e questi quattro miei consiglieri: segreti, e — s’intende — traditori! (Si volta subito verso di loro) Vorrei sapere che ci avete guadagnato, svelando che ero guarito! — Se sono guarito, non c’è più bisogno di voi, e sarete licenziati! — Confidarsi con qualcuno.... ma è veramente da pazzo! — Ah, ma vi accuso io, ora, a mia volta! — Sapete? — Credevano di potersi mettere a farla anche loro adesso la burla, con me, alle vostre spalle. (Scoppia a ridere. Ridono ma sconcertati, anche gli altri, meno Donna Matilde).

Belcredi

(al Di Nolli).

Ah, senti.... non c’è male....

Di Nolli

(ai quattro giovani).

Voi?

Enrico IV.

Bisogna perdonarli! Questo (si scuote l’abito addosso) questo che per me è la caricatura, evidente e