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a Livia) scuoterla, guardarla fissa negli occhi e dirle : No! no! Credi a me, cara : perchè è morta... Non possono più far male, i morti, e perciò, dopo molto tempo, si pensa di essi solo il bene. Anche la morte, cara, può esse- re una menzogna!(Staccando, vibrante, con un’ espressione quasi da folle) Sai quante volte mi viene questa tentazione?

SILVIO

Per carità, Fulvia!

FULVIA

Non temere, che ci penso, io più di te! (Pausa) Sfido! con te tutto dedito per tanti anni alla venerazione di quel!’ anima santa, doveva sembrarle per forza un tradimento, così, all’ im- provviso, da un giorno all’ altro.(Pausa) Prima, sì — ci avrà pensato... così, una volta l’anno. (Staccando) Ma non è vero! non è vero! Si di- mentica tutto! ci sì adatta a tutto! È un’ altra cosa ora! È quella sua, sì, vera gelosia, per conto della morta, ora.(Pausa) Doveva nascerle per forza, appena entrata io qua. ]r*rima, era lei come lei. Appena entrata io, a prender posto accanto a te, lei s’è fatta la rappresentante di q u e 1 l’al- tra. Naturale. Colei che ne tiene il posto. Ha voluto tutto ciò che k apparteneva : i mobili, tutto. Ho dovuto darglieli io stessa. M’ è parso giusto. Tanto questa menzogna s’è fatta realtà qua, per tutti : l’unica, l’unica, in cui viva tua figha! Dico tua, vedi? Non la sento, non la sento più realmente come mia! Non la sento! E non ti pare una cosa disumana. Bisogna ucciderla, ucciderla, questa menzogna, perchè io sono viva, viva, viva!