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piiito, quasi senza volerlo, e che non era certo nella tua intenzione, venendo — se si riduce per me a un cattivo servizio — in coscienza ti dico che non posso nè voglio fartene responsabile — dunque puoi proprio ripartirtene in pace con te stesso. — O al più, guarda — se proprio lo vuoi —(non ho più nulla del mio!) — vedi? e sono una donna veramente volgare — puoi darmi un po’ di denaro — come a lui l’ha dato sua moglie! (scoppia a ridere indicando il Mauri).
MAURI
(scattando) No! — niente danaro! no! Non accettar danaro da lui. Flora!
FULVIA
Stupido! Non capisci che non è per noi? Dico per lui! Quanto più ne dà, per lui, meglio è. — Si vede così chiaro che(pigiando con intendone le parole) — non ostante ch’ io faccia di tutto — gli persiste un certo rimorso. — Gli propongo, di liquidarlo in contanti.
SILVIO
(non potendone più, con estrema risolutezza) Basta così. Fulvia! — Io debbo parlarti!
FULVIA
(con furore appena contenuto e aria di mi- naccia) Ah, no, sai! Non arrischiarti ora a par- larmi di ciò che ti leggo negli occhi!
MAURI
(tra se, sogghignando) Della figlia!... della figlia!