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FULVIA
(air ifnprovviso, rizzandosi ancora convulsa, mn di nuovo risoluta, e ponendo le mani sulle spalle del Mauri) Sì, è vero, sì! — Voi, sì! (subito correggendosi, spiccatamente) Tu, sì! — Ma fam- mi il piacere : — ’■ zitto!
MAURI
(felice, provandosi a prenderle una mano per baciargliela) Oh Flora! Grazie!
FULVIA
(ritraendo subito la mano, con ribrezzo) No... no... no...
MAURI
Mi basterà che tu abbia così... pena... pena soltanto... codesta pena che hai, del mio amore, e niente più — niente! — È così dolce, che mi basterà.
FULVIA
(in fretta) Sì, va bene. (Poi, rivolgendosi al marito) Dunque, sarà così, — Vado con lui. — Puoi ripartirtene, caro, con la coscienza tranquilla d’aver compiuto una buona azione.
SILVIO
(la guarda con occhi pieni d’ una sofferenza atroce, poi contenendosi a stento, dice grave- mente) Io ti prego, Fulvia, di levarmi da questa situazione.
FULVIA
Ti dico sinceramente. Che tu sii venuto, — è una buona azione. Dell’ altra che hai com-