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40 re e d’ accordo — sì! Con qualche carezza, anche. ■ — ET avrei strozzata, v’ assicuro!

DON CAMILLO

(vedendo apparire dalla porticina dell’ orto, in fondo, Silvio Celli, che viene avanti tra quelle lisa, costernato) Oh, Dio sia lodato, ecco qua finalmente il signor professore! Alto di statura, SILVIO GELLI, di circa cinquant’ anni, ossuto, poderoso, porta occhiali a staffa, cerchiati d’oro. Non ha barba nè baffi. Quasi calva la sommità del capo; ma lunghe ciocche di capelli biondastri, scoloriti, gli scendono scompostamente su la fronte e su le tempie. Egli se le rialza di tanto in tanto, e si tiene allora, per un tratto, le mani sul capo, come, per un gesto di meditazione, che gli è abituale. Ha l’aria tra stordita e aggrondata d’ un uomo che attraversi una grave crisi di coscienza. Ma vuol dissimularla. Per cui, spesso, resta quasi ottusamente inerte, con un sorriso freddo e vano, rassegato sulle labbra : espressione involontaria d’ un che di beffardo, che è nella sua natura, e che quasi affiora a sua insaputa da antiche, maligne passioni, non ancora spente in lui, sebbene già da un pezzo do- mate. A urtarlo un po’ in queste pause di ottusa inerzia, che sono in lui come ambigui arresti di difesa morale, egli s’ intorbida : quel sorriso vano gli si scompone in una contratta smorfia di dolore, come se gli bisognasse che il dolore gli diventasse anche fisico, per poterlo sentire. Da queste contrazioni la sua fisonomia riassomma poi ricomposta, o meglio, quasi impostata in una grave e stanca aria di probità, che vorrebbe apparire da gran tempo serena, come lontanissima ormai da quelle passioni che pure or ora, in tempestoso fermento, lo hanno travagliato. Al suo entrare Fulvia si rizza in piedi felinamente, con lo stesso animo che, tredici anni addietro, la condusse alla perdi- zione. È per lei, questo, il momento d’ una prova suprema. E in tutto il suo aspetto sarà dunque la risoluzione ferma d’ affrontar questa prova, già meditata e preparata oscuramente nella scena antecedente, a costo di qualunque crudezza, mettendo a nudo come un vivo lacerto la sua coscienza e quella di lui, con la più brutale sincerità, avvalendosi anche della presenza di quel suo pazzo amante.

SILVIO

(notando la presenta del Mauri, ìlare tra la ilarità degli altri, e V aria di sfida della moglie) Ah, di nuovo qua?