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FULVIA
Io non mi chiamo Flora.
MAURI
Fulvia, sì, Fulvia, lo so! Ma se volesti tu stessa, che ti chiamassi Flora...
FULVIA
(con crudezza sdegnosa) E volete dire anche come fu, davanti a codesti signori?
MAURI
(ferito) No! — Io? — Ah! — Ma allora vera- mente tu mi disprezzi?
FULVIA
(rimettendosi a sedere, tutta assorta in se, cupa, mormora, seccata) Non disprezzo nessu- no, io.
MAURI
(insistendo) — Perchè t’ ingannai?
FULVIA
Ma no, vi dico! (esasperatamente).
MAURI
(rivolgendosi a’ don Camillo) Me lo rinfac- ciate? Ma se lo gridai io stesso a tutti, qua, che avevo dentro di me lo strazio d’ un doppio ri- morso! Anche davanti a tuo marito lo gridai! — Testimoni tutti qua! — Dite, dite se non gli gridai ch’ era un impostore!... Impostore, sì, im- postore! Perchè era « venuto a perdonare »! Lui : L. Pirandello 3