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DON CAMILLO
Oh che discorsi!(Poi, ipocritamente al Roghi) La signora aveva abbandonato da tredici anni il tetto coniugale, e...(abbandona la frase, socchiu- dendo gli occhi, a un indulgente gesto delle mani).
LA NÀCCHERI
(rifacendo smorfiosamente con aria compunta il gesto del cognato) E... e...(Subito, staccando) Qua, dietro l’esempio, caro lei, una voglia ab- biamo tutti, ma una voglia di farci male con la indulgenza e la sopportazione, che Dio, si spera, ne vorrà tener conto lassù, perchè quaggiià, quanto agli uomini, non si fa che rider di noi, giiel’ assicuro io!
DON CAMILLO
Ma non è vero!
LA NÀCCHERI
(staccando ancora) Oh, ce n’ è, dico, di paesi, in Valdichiana; e di pensioni qua, per la cura delle acque, dico, non c’è soltanto la mia! Ebbene: proprio qua doveva capitare codesta signora, e proprio da noi! Ma colpa sua, veli!(indica il co- gnato) Sua, e di quella lì!(indica la figlia).
GIUDITTA
Son io sempre la colpa di tutto...
LA NÀCCHERI
Se per te non fosse vangelo, sempre, tutto ciò che dice e fa tuo zio! — -E così, m’ intende, tutti i malanni, alla fine, mi si rammucchiano qui! —