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LIVIA

(dopo una pausa, ancora assorta) E non ti sembra strano, che papà — risposando — abbia sentito il bisogno di venirsene qui, dove — dopo sette mesi ■=^ non conosciamo ancora nessimo?

ZIA ERNESTINA

Ah, questo sì! Ha scelto proprio un brutto posto, te lo dico io! Così abbandonato, fuori mano...(dirà questo, strofinandosi le braccia con le inani incrociate sul petto, per il freddo. A un tratto, sobbalzando a un tonfo cupo improvviso, che viene dall’ interno) Oh Dio!

LIVIA

Che è stato?

ZIA ERNESTINA

Non hai inteso dì là? BETTA entra dalla comune, tutta infagottata, con un vecchio cappello in capo.

LIVIA

(ridendo) AH, è Betta!

BETTA

(non comprendendo il perchè dello spavento e della risata) Che cosa? .

ZIA ERNESTINA

La porta... Che spavento! — (A Betta) — Freddo, eh?