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LA NÀCCHERI
Questo non vorrebbe dir nulla, perchè ha un cavallo, Dodo, per sua norma, che è un demonio peggio di lui. Anche a partir l’ultimo, arriva sempre il primo.
GIUDITTA
(alla madre, guardando sempre) E difatti, guardi, guardi : ha già sorpassato la seconda e sta per sorpassar la prima. Tant’ è vero che è lui! La Nàccheri scrolla le spalle e viene in sala.
DON CAMILLO
Io non so, saran tutte in ritardo stamani. A quest’ ora, di solito (la pèndola batte le undici) ecco, sono le undici — gli altri giorni, alle un- dici, son di ritorno e si vedono alla seconda gi- rata dello stradone su per la costa. A proposito. Giudi... (s’ interrompe, imharazsato, cercando di riprendersi) — cioè, dico...
LA NÀCCHERI
(di nuovo inviperita, chiamando) Giuditta! E vieni, corri qua a sentir che altro vuol doman- darti tuo zio!
DON CAMILLO
(e. s.) Ma niente, niente... Volevo dire una cosa... (forzandosi a far viso fermo) una cosa appunto, che mi pareva da domandar a lei piut- tosto che a voi.
LA NÀCCHERI
(sfidandolo) E su, ditela! Sentiamo! ’ ^