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FULVIA

Ma non l’ho licenziata io! Né altri! — Che vuoi che ti dica? Se ha deciso d’andarsene, cosìj da un momento all’altro, sarà perchè... non so, dopo aver parlato con me, qua, avrà concepito forse... avversione, antipatia. — È il mio destino, qua, per quanto io faccia di tutto... — E tu, se po- tessi essere un po’ giusta verso di me, dovresti riconoscerlo. Credi, sono stata con lei affabi^lis- sima. Ma mi hanno detto che è stata sempre un po’ bisbetica e fastidiosa...

LIVIA

Io le vogHo bene!

FULVIA

Me r immagino. E credi che l’ho trattata af- fabilmente anche per questo. Io non so... ab- biamo fìnanco riso insieme. Non so proprio di che cosa si sia potuta avere a male...(Tentando di volgere in riso, affettuosamente, il discorso, a f> pigliandosi a ciò che ha di comico la figura della zia Erncstina) M^ forse... — sai perchè? — (sì china un po’ verso lei sorridendo, per mostrarle il capo, e sollevando con una mano una ciocca de’ suoi capelli, aggiunge) Questi capelli...

LIVIA

Che vuoi dire?

FULVIA

È tinta anche lei, lo sai. Me li ha guardati con un viso così arcigno... Teme forse che la sua tintura debba sfigurare troppo accanto alla mia. Tu non puoi comprendere ancora certe debo- lezze...