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FULVIA
Io t’ assicuro, Livia, che per conte» mio non avrei avuto nulla in contrario. Dissi anzi a tuo padre, che avrei avuto piacere ch’ ella rimanesse.
LIVIA
Ah, dunque è luì?(Fiera, dura, guardandola negli occhi) Perchè?
FULVIA
Non per me, credi, Livia. — Lo so; tu devi sospettare così.
LIVIA
Sospettare... È così chiaro, mi sembra!
FULVIA
No, scusa. Perchè allora ti dico, che potresti ricordare che già un’ altra volta — senza che ci fossi io — egli non la volle più in casa e la mandò via. Me l’ha detto lui — se è vero...
LIVIA
Allora, sì! È vero. — Ma il caso, ora, sa- rebbe diverso.
FULVIA
(sempre con accorata e più intensa dolcezza) Perchè ora ci sono io — tu dici. E l’ho detto anch’ io, difatti, a tuo padre. Gli ho fatto notare appunto, che tu ne avresti incolpato me.
LIVIA
Non ostante questo, però — per incarico di lui — tu r hai licenziata.