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A quattr’occhi, capisci? vorrebbe che quella santa, rediviva e istruita, tutta la sua probità... (ja un gesto ambiguo, con le mani)..
ZIA ERNESTINA
(pudibonda, ma con viva curiosità) Non capi- sco...
FULVIA
(con nausea) Ma sì, gliela sconquassasse; per poi la mattina dopo, raggiustarsela addosso, tutta ancora un po’ rabbuffata, davanti alla figlia! È ancora quello dì prima, sai? Ma allora, almeno, non aveva cìnquant’ anni e non faceva il probo per professione, e io non capivo, come capisco adesso! Scusami, scusami, zia Ernestina : non devi capire neanche tu!
ZIA ERNESTINA
(scottata nel suo pudore, torna, come se nulla fosse, al primo discorso) Ecco : io ti dovrei guar- dare, dovrei averti davanti il meno possibile...
FULVIA
Dici, per non tradirti?
ZIA ERNESTINA
Già... Ma scusa, non si potrebbe, a poco a poco...
FULVIA
No! Impossibile! Non te lo sto dicendo? E poi, questi tredici^ anni ci sono stati davvero! E questo suo hvbVe d’ora... Sarebbe terribile per lei!.. Guai! Ne sono così convinta che non ci