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Al levarsi della tela sono in iscena Don CAMILLO ZONCHI, il fattore ROGHI, la vedova NÀCCHERI e sua figlia GIUDITTA. Queste due sul pianerottolo della scaletta dell’orto, in fondo, guardano giù nella vallata, la Naccheri con un binòculo, la figlia Giuditta facendosi solecchio d’una mano, se da lontano lontano, sulla via che sair al colle, si scorgan le vetture di ritorno dalla stazione ferroviaria. Don Camillo Zonchi e il Roghi sono nella sala; questi, seduto su una seggiola presso il canapè; l’altro in piedi.

La vedova Naccheri, sui cinquant' anni, ha un curioso parucchino ondulato fitto fitto e pieno di riccetti sulla fronte, stretto in una reticella. Il volto magro, angoloso, dagli occhi calvi, biavi, infossati, dà l’impressione d’una maschera, tutto bianco com’è di cipria e goffamente ritinto; ma con l’orribile effetto d’un teschio inbellettato. Veste giovenilmente, costringendo la vecchia persona a una ridicola snellezza e a una buffa formosità. Parla a scatti e con quasi legittimo impero al cognato; con piglio scostante, alla figlia, di cui è gelosa; agli altri, con una languida importanza di decaduta signora. La figlia Giuditta ha ventott' anni: abbandonata dal marito, è umile e trasandata; capelli cascanti, viso giallo incavato, e un’aria smarrita di povera bestia raccolta per carità. Don Camillo Zonchi ha cinquantaquattr’anni: canonichetto della Collegiata e maestro di scuola. È un omarino bruno, itterico, nervoso, con occhietti cattivi. Sopporta la scandaloso impero della cognata friggendo d’umiltà vergognsa. Padrone della Pensione, vi figura da ospite della Nàccheri, a cui, almeno in apparenza, ne lascia il governo. È senza sottana, con una lunga giacca di saja nera; colletto da prete fissato alla sottoveste; calzoni a mezza gamba; calze lunghe di lana e fibbie d’argento alle scarpette. Il fattore Roghi, sulla quarantina, è un omaccione pesante, triste, dalla barba non rifatta da parecchi giorni. Ha una giacca alla cacciatora, un vecchio cappellaccio bianco in capo: grossi stivaloni da campagna, con sproni.

DON CAMILLO

(in attesa, rivolto alle due donne che guardano dalla scaletta dell’orto) No, eh?