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FULVIA
Ma... sa!... di certi delitti non si parla sui gior- nali.(Piano, guardandola di nuovo con aria miste- riosa, come per rassicurarla, in confidenza) Stia tranquilla!
ZIA ERNESTINA
(intontita) Io? (Poi, più che mai s?narrita) E come r ha saputo lei? da suo marito?
FULVIA
(fa cenno di sì, con truce cipiglio, poi, di nuovo, piano, in confidenza) Mi ha confidato tutto.
ZIA ERNESTINA
(trgrS e colata) Lui? Oli Dio! Che cosa?
FULVIA
(e. s.) Non tema! non tema! Io so tacere... (E le posa, oome a giurarlo, una mano sulle mani).
ZIA ERNESTINA
(c. s.) Le giuro che io non so nulla, signora! Oh Dio! Ma che e’ entri dunque lui? Badi che io sono la zia di lei!
FULVIA
Ma che zia! Mi faccia il piacere! Non seguiti a far la parte con me! Le dico che so tutto, scusi I
ZIA ERNESTINA
Io? La parte? Che parte? (e. s.)
FULVIA
Ma se lei è la complice!