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FULVIA
Ah, anche lei?
SILVIO
Sai bene com’è...
FULVIA
Me l’ immagino! Indignata, offesa nei suoi pudori — per scroccarti ancora del danaro — morta, sepolta...
SILVIO
Ma come si fa adesso? — Se ti rivede, si tra- dirà! — Bisogna mandarla via subito! — Me V ero levata dai piedi — e rieccola daccapo! Si sentono dietro la comune le voci di Betta e della ZIA ER- NESTINA. Poco dopo, questa si precipiterà in iscena incontro a Silvio, con le braccia levate in atto tragico. È una magKa vec- china invelenita più dagli antichi disinganni che dalla miseria, stupida come una gallina, e sempre mezzo stordita, come se fosse sorda. Ma non è sorda. E quella storditaggine può essere anche .finta. Ha i capelli tinti d’una rossa orribile manteca. Si presenta parata di strettissimo lutto.
BETTA
(daW interno) Ma no, scusi! non di qua! non di qual
ZIA ERNESTINA
(dair interno) Lasciatemi!(Entra e. s. con Betta) Morta? morta dunque davvero, la mia po- vera nipote?
SILVIO
(su le furie, temendo che Livia la senta di su) Si stia zitta, perdio! — Le proibisco di parlare! (A Betta) Andate, andate su, voi, e impedite a Livia almeno di scendere! Betta corre via per il secondo uscio a destra.