che spuntando l’alba passò da quella contrada un giovane suo paesano, che molto à buon hora usciva per andare in un Castello ivi vicino, onde essa conosciutolo il chiamò; Temè al principio il giovane, e maggiormente quando voltatasi la vidde ignuda, e scapigliata giacersene in quel luogo, nè volea accostarsi, però essa maggiormente il pregò, che la soccorresse in quel bisogno, et essendosi egli accostato, e riconosciutala per chi era, gli dimandò che ivi si facesse, et essa gli rispose, che la sera precedente havea perduto il suo asinello, e che tutta la notte havendolo cercato, non l’havea potuto trovare; della quai risposta burlandosi il giovane gli disse, se vuoi che io ti agliuti dimmi il vero, che fai quì; onde essa per ridursi in casa, temendo del marito, e de’ parenti, confidatasi con quel giovane gli raccontò il tutto, e come quella notte ritrovando da giuochi della Noce Beneventana gli era successo quanto di sopra si è raccontato nel toccare la campana dell’Ave Maria, e quel giovane havendola coverta al meglio che potè la condusse à casa sua segretamente, e