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12 | Della Noce di Benev. |
longo, che solea portar la lancia del Rè, battè di sella un Greco; e sollevollo in aria quanto l’altezza di un huomo; la qual cosa spaventò in guisa i Greci che come se fussero cacciati da tante furie tutti si misero bruttamente à fuggire; onde Romualdo ritornò trionfando à Benevento, e Saburro in luogo della promessa vittoria riportò à suoi danno e dishonore; perilche Gostante volse l’ira contro gli amici, havendo spogliata Roma di tutti quelli ornamenti, che di tante passate guerre gli eran remasti; onde tornaro à Napoli carico di prede, e proseguendo a sfornir la Calabria d’ogni comodità, mentre il simil tenore tiene in Sicilia con incredibil capacità, assorbendo parimente le cose sagre, e le profane, fù per opra di Mizzizio Armeno suo Prefetto, come convenne alla sfrenata ingordigia, e rapacità sua l’anno 669 ucciso in Saragozza, à cui succedette nell’Imperio Eraclio Costantino suo figliuolo.
Essendo adunque non solo liberato Benevento dall’assedio, ma il Ducato tutto dalle scorrerie dell’essercito Imperiale, volendo il Duca, e la Città adem-