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6 | Della Noce di Benev. |
colare[D. Ovidio de lucijs nella vita di S. Barbato] la superstitiosa adoratione, che si faceva ad un Serpente di bronzo, che à questo effetto teneano sospeso ad un arbore di Noce due miglia fuor della Città; dove in certi giorni prefissi andavano à fare mille superstitiose idolatrie; avvengache un Demonio fusse entrato nelle radici di quella Noce per ingannare quei miseri, in diversi modi; et intorno à ciò deve avertirsi, che la natione Longobarda fù molto dedita alle idolatrie, et all’adoratione di animali bruti, posciache come testifica il P. Martino Delrio della Compagnia di Giesù nelle disquisitioni magicali lib. 4. cap. 2. quest. 6. sect. 4. num. 11. altre volte anche adororno le teste delle Capre.
Erano le ferventi prediche di San Barbato, accompagnate da efficaci orationi, e molte penitenze, perche la bontà divina li concedette gratia d’illuminare, e fare avvedere di tal cecità quel popolo, onde essendo quelle esaudite, la Città tutta si cominciò à compungere; e si parlava non poco di quello, che San Barbato havea detto; il che pervenendo alle orecchie del Duca Romual-