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LETTERA III.a
Dopo di avere colle due precedenti lettere, o mio dolcissimo Uranio, procurato di mettere in chiaro quelle avvertenze e quelle cautele, per cui lo studio delle matematiche non abbia a divenire pregiudizioso, col produrre in noi sentimenti riprovati dalla nostra santissima Religione; vorrei, se è in grado al Dator d’ogni lume, far passaggio a mostrare que’ conforti, che da questo medesimo studio possiamo procurarci nella credenza, e nella condotta conforme alla nostra vocazione. So, che da taluni chiamansi le nostre scienze mute ed infeconde di quelle voci, che parlano al cuore, di que’ felici germogli, da cui sorgono opere di virtù; ed