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ste astruse ricerche? Sono tali mezzi in potere dell’uomo? Potrebbero essi essere simili a quelli, coi quali studiamo l’indole dei fenomeni della natura? Questo genere di scoperte, tanto più prezioso di quello delle leggi fisiche, quanto le sue conseguenze interessano più da vicino l’umanità, è esso stato fatto dai geometri specialmente moderni? Siami lecito un qualche debole tentativo in una disamina sì rilevante.

Quando io rifletto a tanto studio, a tante cautele usate dai geometri per assegnare dietro l’ispezione dei fenomeni le fisiche leggi: quando osservo quell’impegno di ridurre al minor numero possibile i principii presi fuori dell’analisi, talchè non perdonando a fatiche, ed a calcoli, credono a ragione di aver conseguito un trionfo per avere in una sola equazione scritti tutti i movimenti, e tutti gli equilibrii; penso fra me stesso, che almeno di simile difficoltà, e degna di egual impegno dovrebbe essere la ricerca di quei principii, sui quali, se fosse possibile, scrivere in analisi le questioni morali: poi mi pongo a meditare sui libri, che di queste ultime trattano, e non trovando modo di accontentare l’intelletto, mi fugge un’esclamazione. Ed è pur vero, che siano gli stessi autori, che scrissero que’ primi libri, e questi secondi! Colà tanta