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da’ moderni scrittori furono avanzati in varie opere scientifiche e filologiche contro la storia di Mosè1. Io però prendo di qui occasione di domandare a tutti costoro, dove sia su questo punto non dirò la critica, e la filosofia, ma la semplice buona fede. Con qualche fisica apparenza, di cui ne abbian vedute già tante risolversi in niente: con qualche numero esprimente epoche non ben conosciute: con un forse trattar da impostura una storia rispettata da secoli, creduta da centinaja di generazioni, esaminata da uomini dottissimi: proscrivere un libro, a cui rendono testimonianza per la conformità di molte idee, tra i Greci Platone ed Esiodo, e tra i Latini l’autor delle metamorfosi; anzi una nuvola di testimoni, siccome lo provarono con grande erudizione Eusebio tra gli anti-

  1. L’Autore di queste Lettere nel portare le sue osservazioni sui citati passi è ben lungi dal supporre nel Geometra e Fisico illustre che li dettò sinistre intensioni di animo irreligioso. Egli non ha mirato, come le sue espressioni appalesano, che a riprendere la facilità, disconveniente in un’opera fisico-matematica, di produrre naturali congettura ed ipotesi poco fondate e sensa la critica necessaria disamina per allontanare il pericolo che alcuno possa volgerle in mal uso contro le infallibili testimonianze delle sacre carte; il che purtroppo, sebben invano, tentarono gl’increduli degli ultimi tempi.