allora di diecimila particelle quanto è più irragionevole il creder fortuita l’unica combinazione dell’ordine! Forse alcuno avrà difficoltà di ammettere queste diecimila parti? Costui mostrerebbe di conoscer ben male quanto sia mirabile la natura nel piccolo, dove secondo il detto di un gran filosofo, essa per tanti gradi si estende al disotto di noi, per quanti al di sopra negli immensi spasi del cielo. A migliaja, a milioni possono francamente distinguersi col pensiero le parti che compongono la più piccola porzione di un corpo organico: e tutte con finissima arte collegate: ed essendo ognuna un altro tutto la cui composizione è forse più mirabile della prima: e sempre così fino a stancare ogni sforzo della immaginazione. Il noto Autore dello Spettacolo della natura paragona il pungolo dell’ape coll’ago più fino che formar possa l’umana industria. Sulle prime si crederebbe in entrambi un’egual pulitura, una punta egualmente acuminata: ma guardinsi col microscopio; il primo ritiene un pulimento ed una punta che sfugge tuttora alla vista, il secondo comparisce una rozza sbatta di ferro, come quelle non anco lavorate nella fucina. E ciò che in questo caso succede, possiamo osservarlo per tutt’altrove; l’opera dell’uomo appare deforme e scabra, come