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uniformitatem in planetarum systemate necessario fatendum est, intelligentia et consilio fuisse effectam„ (Opt. Q. XXXI). Forse obbietterà taluno, che questi moti soffrono qualche alterazione per l’azione reciproca de’ pianeti, e crederà di vedere in ciò un’imperfezione della gran fabbrica? no: che quelle ineguaglianze sono sempre piccolissime, ed hanno lenti periodi, che riconducono i primieri stati: anzi è mirabile il vederne l’economia in quegli elementi, la di cui notabile alterazione avrebbe potuto farsi cagione di sensibil disordine. Fu l’incredulo di Ferney, che, a motivo di quella mezza scienza che giova all’ateismo, osò in quel suo scritto sulla filosofia Newtoniana muovere alla Religione un’obbiezione dedotta dal lento moto, che altera l’inclinazione dell’eclittica coll’equatore terrestre, supponendo che in un tempo sia stata un angolo retto. La scienza intera, che torna a formare il credente, avrebbe potuto insegnargli, che quella diminuzione si distrugge, e riconduce il primiero stato dopo un’intera rivoluzione dei nodi: che la total variazione in quell’angolo non passa la grandezza di un grado circa. Così a taluno, che ammirava l’elegantissima legge che regna nella serie delle distanze dei pianeti dal Sole, tal altro obbjettava l’irregolarità nella serie delle masse: e