Pagina:Piola - Lettere di Evasio ad Uranio.djvu/101


95

non poca materia messa in moto, ha prodotto il ricco ammanto del tulipano, i ricami e le frastagliature delle piccole e delle grandi foglie di un anemone, la natura invariabile delle sementi; per certo non più un semplice moto, non una pressione o una resistenza di polveri, ma una volontà specialissima avrà pure ordinate le dimensioni del globo terrestre: ed una fisica tutta buon senso sarà il dire colla comune degli uomini, che chi ha preparati e fabbricati i fiori, ha preparato e costrutto il giardino che li porta, e insieme il gran bacino, ove si contiene la materia del loro irrigamento“. Così ragionano i veri filosofi; e in simil guisa ragionava anche Newton, del quale mi giova quì riferire una sublime sentenza, degna di seria riflessione dopo di avere ammirata la stupenda varietà di tanti oggetti creati. Questa varietà sarebbe assurda nell’ipotesi di una cieca necessità dell’universo. „A caeca necessitate metaphysica, quae utique eadem semper est et ubique, nulla oritur rerum variatio. Tota rerum conditarum pro locis et temporibus diversitas ab ideis et voluntate Entis necessario existentis solummodo oriri potuit“. (Princ. Mat. Lib. 3. in fine.)