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mese senza un moto, senza un tentativo d’insurrezione: non è giorno senza che una voce da un punto o dall’altro d’Europa non vi porti nuova d’un pericolo e d’una persecuzione. Quante volte fu represso quell’agitarsi? Dieci, venti, cinquanta volte: tutti gli eserciti, tutte le forze della vecchia Europa, tutte l’arti della diplomazia, si collegarono a spegnerlo, e parvero spegnerlo: poi dopo brev’ora, risorse e più potente di prima. Quanti fra gli agitatori perirono? Non si numerano: in ogni terra caddero a centinaia sul palco, sotto la scure, a migliaia sul campo, a migliaia, per fame e stenti in esiglio. Come morirono? quasi tutti col sorriso sul labbro, colla fierezza della disfida sulla fronte, colla calma serena d’una missione compita; come muoiono i martiri.
E voi chiamate questo moto di popoli una sommossa? Potete crederla opera di pochi faziosi? Io vi dico ch’è sommossa dell’umanità suscitata dal tocco del dito di Dio, annunzio di un’epoca, epoca di provvidenza; e che voi dovreste curvare riverenti il capo e chiedere al Padre degli uomini d’illuminarvi su’ suoi disegni, sui nuovi fati ch’ei matura ai suoi figli, sui caratteri della trasformazione ch’ei prepara alla razza umana.
E quale è il grido dei popoli levati a sommossa? Patria, Libertà, Nazione, Eguaglianza, Dio e Popolo, Progresso, Associazione fraterna, Alleanza; voci sante e profetiche d’un ordine nuovo, traduzione intera dell’Omnes Unum sint di Gesù. Alcuni, la Polonia, la Grecia, si levarono colla croce sulla bandiera; altri, l’Italia, nel nome del Papa ch’oggi ci manda anatèma. E il primo sorgere fu in tutti puro di vendetta, grande d’obblio, santo d’amore, d’entusiasmo, di fede: essi, le vittime, abolirono il palco pei loro nemici. Se qualche fatto isolato venne a contaminare la bella causa, venne tardo, spirato da riazioni crudeli e da resistenze insensate, pur condannato dal consenso dei più. Se qualche grido anarchico o d’utopia sovversiva sorge ora di mezzo alle popolazioni commosse, è grido d’uomini disperati, cento volte delusi e traditi, cento volte respinti in ogni giusta loro dimanda dalla