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di trasformazione a loro commessa abbracciava il cielo e la terra, così chiamarono arditamente i credenti alla lotta contro ogni autorità che s’opponesse all’adempimento della legge. E dopo aver detto che il mistero della volontà divina è raccogliere, nella dispensazione del compimento dei tempi, sotto un capo, in Cristo, tutte le cose, così quelle che sono nei Cieli come quelle che sono sopra la terra, — dopo avere esclamate le sublimi parole: V’è un corpo unico e un unico spirito, come ancora voi siete stati chiamati in una unica speranza della vostra vocazione — v’è un unico Signore, una fede, un battesimo — un dio unico e padre di tutti, il quale è sopra tutte le cose ed in tutti voi1 l’apostolo Paolo scioglie un inno di santa guerra ai potenti, e di conforto alla chiesa militante che suona rimprovero acerbo ai nostri degeneri sacerdoti:
«... Fortificatevi, fratelli miei, nel Signore e nella forza della sua potenza.
Vestite tutta l’armatura di Dio sì che rimaniate fermi ed eretti contro le insidie del Maligno.
Però che noi non abbiamo battaglia contro il nostro sangue e la nostra carne, ma contro i principati, le podestà, i reggitori del mondo e delle tenebre di questo mondo.
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Presentatevi adunque al combattimento cinti di verità e vestiti dell’usbergo della giustizia.
E fondati sulla preparazione dell’evangelio di pace.
Imbracciate lo scudo della fede...
E prendete l’elmo della salute e la spada dello Spirito ch’è la parola di Dio2.»
Benchè, per l’armi delle nazioni, dice Pio nell’Enciclica, Roma mi sia restituita: benchè i tumulti di guerra — le battaglie dell’indipendenza! — siano, anche nell’altre regioni d’Italia, svaniti, i malvagi non desistono. Desistere! No: mai.