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Poc’aria figurata indura e spande.1
Or negherai, che un Dio talor, quel Dio
555Che a scender non avea di ciel per questo,
Monarca offeso, o consiglier placato
Al caro si mostrasse instabil Giuda?
     Ed io per torli al periglioso calle,
Deh come in accoppiar due grandi estremi,
560Lor dissi, di natura emulo il caso
Andar suole talor! figliò nel Quito
Grossa ignoranza quell’ error più grosso,
E de la terra fu pur là che Franchi
Misuraro Argonauti il dubbio grado,
565Bella d’umano ingegno opra, acquistando
Più nobil fede a quel che pria recaro
Dal freddo polo altri Argonauti annunzio
Con lo schiacciato in man globo tornati:
E l’Angla di Neutono ombra volava
570Con piacer nuovo a le gran vele intorno
Che andar vedea d’un suo trionfo altere.
Qual v’ebbe mai clima più sconcio e infame

  1. Ciò avvenne nel Quito città capitale della Prefettura regia dello stesso nome in America. I nostri Missionarj con uno specchio recato d’Europa tolsero d’errore quella gente grossissima, mostrando loro che non accadeva in quell’aria nulla più di quanto accader vedevano in quello specchio.