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Che dardeggiar, che fulminar da l’alto
Potea mal certo una reflessa imago,
Un’ombra pinta, un colorito fumo.
L’apparente ed il ver partir fa d’uopo,
540Nè quello a questo dee tor mai la fede.
Quando a Vesulio ogni uom gelò per tema
De l’armato guerrier che da le nubi
Pendea con brando sguainato, e visto
Fu poi l’Angiol marmoreo al tempio in cima,1
545Chi miracol gridò? Forse l’inganno
Pur sai di que’ Peruviàn, cui spesso
Il Dio loro Anazoth scendea del cielo
Ed apparia? stolti! che presso un lago
Giacente in chiusa valle al finto marmo
550Van di quel Nume, e ne la nebbia opposta
Miran sua forma, e le radici intanto
De la religion ne’rozzi petti

  1. Il P. Milliet Dechales nel fine della Diottrica: “Mi ricorda avere udito altre volte dal mio Maestro di Filosofia, che a Vesulio in Borgogna un certo spettro nelle nubi comparve; cioè un guerriero armato colla spada sguainata pendolo in aria, che tutta la città impaurì. Ma da gravi uomini con attenzione considerato si osservò che un Santo Michele alla cima imposto del tempio si vedea per riflessione nelle nuvole.”