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Ed ecco allor che le più alte cime
L’ultimo salutò purpureo raggio,
Ecco pinto ne l’aria, e in faccia appeso,
420Qual da non viste funi altera mole,
Ei si mira il gran monte, e la vicina
Capanna, ed i pastor che gli fean cerchio
Nota, e se stesso riconosce e accenna,
Ed accennato ei pur viene in quel punto
425Da l’immagine sua, cui d’un sol tocco
Compitamente il gran pennel del Sole
Ritratto avea sopra l’aerea tela.
Tal piacer non ti diè lo specchio, o bella,
Il dì che più di te fosti contenta,
430Come in quel suo specchiarsi esultò il saggio
Del bello Indagator: ma resta immoto
Con ritte mani e semiaperta bocca
Di stupore il Villan; latrano i cani;
E pendente il fanciul bee da la madre
435Col guardo e con l’orecchio i dolci eventi,
Che tra le bocche indi volando, faccia
Prendono alfin d’un vero alto, di cui
Fan conserva gradita il tempio e l’ara.
Bella fu la tua storia, Ospite, e molto
440Debbiamti, disse la donzella; ed io:
Fu assai più bello quel rossor che al cenno
T’infocò de lo specchio ambe le gote.
E qui di nuovo ella arrossì. Di voci
Nacque in aria un frastuon confuso intanto,