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Tornati il cielo e il mar di prima, e gli occhi
Pur larghi e fissi io per veder tenea:
Quando a la voce di mia fida scorta
125Mi scossi e risensai: lungo il marino
Lito prendemmo allora, e tai parole
Fea la scorta fedel volar dal petto.
     Fra queste, che or ti vedi al destro fianco
Sorger colline, ha una gran Fata albergo.
130Morgana è il nome; e chi la dice in Colco,
E chi nata in Tessaglia. Un giovinetto
Figlio di questa terra, ed il più bello
Ch’occhio vibrasse mai, sciogliesse chioma,
Qui vide, e sì cocente amor ne trasse,
135Che a null’altro pensò: rapillo, e in chiusa
Grotta il ripose tra que’ monti; e gli anni
L’arte gli accrebbe, e infuse a i nervi e a l’ossa
Lungo vigor di giovinezza. È antico,
Ma non ritien men di sua forza il grido.
140Non resse al duol l’antica Madre; e quante
Vergini ha qui non immature, e ancora
Qualche straniera Vergine le tronche
Speranze lacrimò di sì bel letto.
Ma la Maga infiammata il Garzon caro
145Tinsi e la notte e il dì presso, con pari
A tal foco d’amor ghiaccio di tema;
E sol fuor de la grotta un cotal poco
Gire il lascia a diporto: i pastor nostri
Giuran che l’han talora inverso sera