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78 Difetti delle

re: ergo et de rebus agere eum oportet. Quid ergo, si ignoraverit is, qui depositum suscipiebat, res ibi esse? Non multum facere, quum suscepit depositum. Ego et rerum depositi agere posse existimo, quamvis signata cista deposita sit. La ragione su cui Labeone, e dopo di lui Ulpiano, che insieme è l’autore della soprariferita decisione, fondarono la loro risoluzione, fu trovata sì poco vera, e sì poco atta a persuadere, che i principali giuristi de’ nostri tempi non hanno avuto il minimo scrupolo di tenere apertamente tutto il contrario, nonostante la chiara decisione della Legge, come si può vedere presso il Gundlingio, che in ciò seguitò l’esempio del Menochio, del Carpzovio, del Mevio, e di altri più famosi Legali.1 Siccome poi le ragioni addotte nelle Leggi sono bene spesso inette, irragionevoli, ed inconcludenti, così ancora le decisioni fatte da que’ vecchj Giurisconsulti, e riportate dai Compilatori nel Corpo delle Leggi, riescono non di rado capricciose, illegali, e contrarie alla buona giustizia, ed alla ragione. Il che allora spezialmente è accaduto, quando il Giurisconsulto è stato interrogato da qualche suo buon amico sopra una quistione, o controversia insortagli; poichè in tale caso per conservarsi la buona grazia, dava il Consulente una risposta favorevole all’interrogante senza badare altramenti alla ragione dell’avversario, come anche a’ giorni nostri dalla gente, che professa Giurisprudenza, generalmente si costuma di fare.

  1. in Trebatio Vindicato §. 15.

Ep.