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74 Difetti delle

rio, o straordinario gli appartengono: che il padre non possa sostituire al figlio minore di anni quattordici, se nello stesso tempo non fa anche il testamento per se stesso: che se il testatore per isbaglio ha chiamato il suo erede col nome di fratello, e che fratello non fosse, allora l’eredità nè all’erede scritto, nè a quello di cui certamente si sappia, che il testatore intendesse, aggiudicare si debba.1 E per non restare sempre nella materia testamentaria, che ciò troppo oltre ci menerebbe, su mere sottigliezze son fondate queste decisioni delle Leggi Romane; che servitù non si possa dare, se vi manchi la causa perpetua: che il padrone del fondo serviente non possa essere per veruna maniera obbligato a dover egli medesimo fare qualcosa in vantaggio del fondo dominante: e che non sussista quella servitù, la quale non a favore del fondo vicino, ma pel solo piacere, o vantaggio del padrone di quello sia stata all’altro fondo contiguo imposta.2 Una sottigliezza iniqua contiene pure la Legge 17. D. Quib. mod. usuf. amit. e basta il leggerla per iscoprirne evidentemente il torto. Su sottigliezze, e raziocinj storti sono ancora fondate quasi tutte quelle risoluzioni degli antichi giurisconsulti, che nel titolo de acquirendo Rerum Dominio sono

  1. Veggasi sopra tutto questo lo Schilter. Exer. 38. §. 79. seqq. et §. 105. et Exerc. 8. §. 38. seqq. Bynrers. Obser. Lib. 2. cap. 3. Thomas. in Scol. ad Posit. Huber. tit. de Cond. Instit. Posit. 2. Duaren. in Tit. qui Testam. fac. poss. et tit. de Hered. Instit. Pufendorf. Jus Nat. et Gent. Lib. 4. cap. 10. §. 8. et cap. 11. §. vet.
  2. Schilter. Exerc. 18. §. 2. 12. 13. Thomas. Dissert. de Servit. Stillic. §. 34.

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