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Leggi Romane. 61

sponsa notare æque absurda, et ut dicam, quod sentio, fatua, et inepta.... Sed hoc fuit Scævolæ proprium; responsis ambiguis reprehensorum tela eludere, ut si qua parte peteretur, declinaret in aliam, et commodo suo responsa sua interpretaretur: in quo illum ego non reprehensione modo, sed etiam pœna dignum fuisse judico. Ma non solamente Leggi oscure ci sono, che anche titoli interi, i quali parecchie Leggi in se comprendono, si trovano, i quali sono così di oscurità ripieni, che non si sa indovinare, di che materia ivi si tratti. Sentiamo le parole d’uno dei più illuminati, e più eruditi Giuristi, cioè del Noodt, in proposito del titolo de Conditione Triticiaria. „A questo titolo, dic’egli,1 non darò io interpretazione veruna, non essendo solito d’insegnare ad altri quello, che io medesimo non m’intendo. Tengo a memoria tuttociò, che di questa azione vien detto dagli Interpreti di questo titolo: ma dopo aver bene bilanciato il tutto, tanto è lungi, che io possa approvare alcuna cosa di quel che finora ne fu scritto, che mi sono sovente maravigliato, come con tanta franchezza si tratti di una azione, di cui non sanno spiegare con verisimiglianza nè l’uso, nè il nome, non che l’una, e l’altra cosa insieme, o pure anche l’una di esse con certezza“. Che s’ha dunque da fare di Leggi tali, che non s’intendono, e che ad altro non servono, che a dare occasione ai

  1. in Comment. ad Pand. h. f.

Le-