ne, venissero guastate con maggior quantità
di errori, che quelle degli altri, si può
agevolmente conghietturare dall’uso, che tutti
ne facevano comunemente. Imperciocchè
quanto maggiormente ricercati erano i libri
di Giure, tanto maggior numero di copie
ne venivano fatte, e quanto più frequentemente
venivano copiate, altrettanto più frequenti
divenivano gli errori di scrittura.“
A ciò si aggiugne, che lo stesso Triboniano,
e gli altri Compilatori del Corpo delle Leggi,
spesse fiate ingannati si sono nel leggere, e trascrivere
le parole degli antichi Giuristi, dalle
opere de’ quali tratti sono que’ frammenti, onde
formate si veggono le nostre Leggi Civili.
Questo malanno è avvenuto ai mentovati Compilatori
spezialmente, quando s’abbattevano in
qualche testo, che con note, o sigle in qualche
parte fosse per avventura stato scritto. Molti
de’ più valenti Legali de’ nostri tempi hanno
scoperto, e dimostrato, essersi da essi Compilatori
in tale occasione presi molti abbagli,
poichè o non intendevano, nè spiegavano secondo
il suo vero significato le note suddette,
od hanno anche tal fiata prese per note quelle,
che non erano punto tali.1 Il che fu
cagione di molte manifeste assurdità, ed incoerenze,
che nel Corpo delle Leggi s’incontra-
- ↑ Balduin. in not. ad Proleg. Pandect. p. 78. Tom. I. Jurisp. hom. et attic. Henric. Salmuth ad Guidonem Pancirolum memorab. Tom. 2. Tom. 14. p. 264. Just. Hennig. Boehmer de Script. non Legib. Trotzius in Not. ad Hugonem de Prima Scribendi Orig. pag. 208. seq.