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fantasia: e solo compiansi la sua sciagura del non essere egli per tempo stato nella Cristiana Religione istrutto, poichè da questa avrebbe imparato a regolare alquanto meglio il suo raziocinio. Mentre avrebbe saputo, che la Ragione di sua natura dovrebbe servirci di guida, di maestra, e di direttrice nel conoscere, e nell’applicare la Legge naturale, ma che avendola l’uomo per sua propria colpa guastata, essa era divenuta impotente, e debile per modo, ch’essa non è più di per se stessa capace di adempiere compiutamente l’officio suo; ma che deve essere soccorsa tanto dallo Istinto naturale, o per meglio dire da un certo sentimento morale dell’uomo, quanto principalmente dalla Rivelazione. Sicchè la Ragione oggimai nulla può operare da se; ma ella prende i sui lumi dallo Istinto, e ne riceve di maggiori ancora dalla Rivelazione, e fatto ciò ella riacquista la perduta capacità di giudicare, e di servire di guida all’uomo. Ma queste cose non sono note a chi o ignora, o empiamente disprezza la Legge rivelataci dall’eterno Salvatore.

Per altro l’Affricano ha con verità a mio giudizio sostenuto, che la Ragione non possa in materia di Legge Naturale servire all’uomo di guida sicura, poichè a troppi abbagli è sottoposta, quando da se sola si regga, e d’altra parte non venga con chiarezza illuminata. L’Affricano, che non conosceva la Rivelazione, disse però bene, che l’Istinto naturale è in questo punto il vero, e proprio istruttore dell’uomo. Ma per Istinto non vuolsi già intendere gli stimo-