Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
38 | della Legge |
si sentenza da se stesso, e non teme di essersi lasciato sedurre dal suo amor proprio, e dalle sue passioni a portare una sentenza ingiusta? Chi si mostra ad evidenza sì matto in una cosa di tanto momento, perchè non potrà essere con ogni fondamento tenuto per matto anche nel rimanente delle cose sue?
Ma se la Ragione ha il diritto di prononziare della giustizia, ed ingiustizia delle nostre azioni, o ella dove essere uniforme in tutti, o la Legge, che voi chiamate naturale, e comune di tutto il genere umano, non obbliga tutti. Ora i giudizj della Ragione non sono uniformi nè in tutti i tempi, nè in tutti gli uomini, poichè vediamo, che anche in materia di Legge naturale l’un popolo, non pensa come l’altro, e che fra una nazione istessa diversi ci sono, i quali non solo dalla maggior parte della gente, ma anche fra di loro discordano. Sicchè è giuocoforza il dire, che la Legge non obbliga tutti, perchè e impossibile, che obblighi coloro, che non la comprendono: e se la lor Ragione non arreca loro su di ciò lumi maggiori, perchè possano riconoscere appieno la Legge, e liberarsi dall’errore, la colpa non è di chi possiede la Ragione, ma di chi loro la diede. Nè mi state a dire, che costoro dovrebbero lasciarsi guidare dalla Ragione altrui; perchè a dirvi schiettamente il vero, egli è proprio una intollerabile insolenza, che uom pretenda di poter con franchezza asserire, ch’egli possegga una più illuminata, e più vasta Ragione dell’altro. Oltrechè
costui, che non si rende schiavo alla Ragione
al- |