vi stati, ed esservene ancora degli uomini di dottrina, e d'ingegno, i quali le suddette cose doversi reputare del tutto indifferenti insegnassero, io, non so, che rispondervi su di ciò; e vedendo che voi due, che siete riguardati per doti, mi avete tanto del matto, che io credo oggimai benissimo, che ci avessero una volta, e ci abbiano ancora de'bizzari, e capricciosi uomini, i quali per mattezza sostengano diametralmente il contrario di quelle poche verità, che ho udito nell'odierna lezione da voi; e che tutto l'uman genere riconosce. Io ho osservato, che voi amendue attribuite tanta forza a quella potenza, che voi nominate Ragione, e che tanta pompa, e tanto chiasso fate di questa Ragione, e che così passionatamente vi perdete dietro ad essa, che non badate punto a gli stimoli della nostra natura, e niuna dipendenza mostrate di avere per quello Istinto che proprio è di tutto il genere umano, e che in tutti ad evidenza si manifesta. Sicché non ho difficoltà a prestarvi fede, che degli altri pazzi si dieno, i quali coll'ajuto di questa istessa Ragione si pongano a distruggere di proposito tutto quello, che da voi altri, e da quelli della vostra setta viene tanto bene, che male piantato. Ma questi fono arzigogoli, o baje, o celie, o capricci, che voi altri dotti vi mettete ad esporre nelle scuole, o ne'vostri libri per far stordire, e strabiliare la gente: e credo, che poi nelle vostre azioni anderete del pari col resto del mondo, poiché mi figuro, che quando avete ad operare, seguirete il vostro comune Istinto, e che non istarete là a badare prima,